La Biennale d’Arte di Venezia 2022, aprirà i suoi cancelli al pubblico sabato 23 aprile e sarà visitabile fino a domenica 27 novembre.
Abbiamo seguito online la rassegna stampa con intervento del Presidente di Biennale Arte, Roberto Ciccuto e della Curatrice di questa edizione, Cecilia Alemani.
Il titolo del percorso espositivo di quest’anno – “Il latte dei sogni” – è alquanto evocativo e come di consueto gioca e seduce l’immaginazione del visitatore.
Tratto dal libro per bambini dell’artista Leonora Carrington, “The milk of dreams” è una via che conduce oltre i confini dell’antropocentrismo, come spiega la Curatrice Alemani, verso le metamorfosi dell’umano e dell’essere umano, verso il legame dell’uomo con la Terra ed il suo rapporto con le tecnologie.
Gli spazi espositivi della Biennale sono quelli consueti dell’Arsenale, dei Giardini, delle Corderie, delle Artiglierie. La mostra di questa edizione include 213 artisti internazionali provenienti da 58 nazioni (26 tra questi italiani).
Sono circa 150 i nuovi artisti che espongono in Biennale, molte donne ed individui binari, come fa notare la Alemani.
E’ stata una Biennale difficile quella di questa edizione, a 187 anni dalla fondazione di questa rassegna d’arte internazionale. La pandemia Covid-19, infatti, ne ha rallentato i ritmi mettendola in stand by ed ora finalmente possiamo finalmente visitarla tutti noi. Cecilia Alemani sottolinea fortemente questo aspetto durante la rassegna stampa, parlando dell’importanza storica della Biennale come mostra visitabile, calpestabile, tangibile. Fulcro di tutto ciò le sue cinque capsule del tempo, concepite come delle micro-mostre che espongono opere del Novecento creando nuove stratificazioni di senso e cortocircuiti tra presente e passato: una storiografia che procede non per filiazioni e conflitti ma per rapporti simbiotici, simpatie e sorellanze, come emerge dal comunicato stampa.
Molte le installazioni site specific, alcune opere sono grandi anche nella misura e fortemente comunicative. La Alemani cita artisti presenti in mostra del calibro dell’americana Simone Leigh, della tedesca Katharina Fritsch, dell’artista romena Andra Ursuta.
In Biennale si parla molto in questa edizione dello spazio destinato all’Ucraina ed ai suoi artisti, tenendo conto dello scenario di guerra in cui versa la nazione attualmente. Piazza Ucraina, racconta Alemani, è il nome del padiglione ucraino, allestito allo spazio Esedra dei Giardini della Biennale, realizzato con la collaborazione dell’Ukrainian Emergency Art Fund e della Victor Pinchuk Foundation, su progetto dall’architetta ucraina Dana Kosmina. In mostra, anche un’opera dell’artista ucraina Maria Primachenko.
La Biennale Arte 2022 emerge quindi come una piattaforma di dialogo tra popoli, oggi più che mai, come viene definita da Cecilia Alemani.
Noi non vediamo l’ora di vederla questa Biennale Arte 2022 e torneremo qui su Agenda Minimal per raccontarvela nel dettaglio non appena avremo modo di toccarla con mano, visitandola fisicamente, così da coglierne gli aspetti evocativi, i sapori, le sensazioni che solo l’arte, visitandola, sà donare al visitatore.